ECCE DOMUS

ECCE DOMUS
La serie nasce nella quarantena del 2020. Qui l’artista indaga la casa, prendendo come oggetto di ricerca i suoi angoli, in particolare ciò che unisce il pavimento con le mura. Interessata al filosofo, matematico e presbitero russo Pavel Florenskij, si fa guidare dai suoi scritti sulla prospettiva rovesciata delle icone, ed è da queste analisi che osserva il suo spazio con linee ed angoli. Dalla loro rigidità l’artista inizia a lasciarsi andare al colore nel suo senso più pittorico. Nascono dunque dei non finiti, delle pennellate sfumate, dello “sporco” nuovo rispetto a tutto il suo percorso precedente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

VIOLANT

 

 

VIOLANT

Con la promozione dell’Ambasciata Italiana in Turchia e la curatela della galleria Guler Sanat, l’artista si cimenta in una residenza che la vede esporre ad Ankara con altri 4 artisti italiani in occasione della mostra In a distant Proximity.
Come nella sua ultima serie Doctrina Amoris che vedeva i materassi come oggetto di indagine della relazione, anche qui l’artista utilizza degli oggetti quotidiani per proseguire la sua indagine sulle relazioni. Affascinata dalla cultura turca studia i cuscini tipici del luogo e li pone nello spazio costruendo una serie di moduli visivi che portano l’osservatore all’interno di una scena, dove il vuoto e il pieno vengono segnati dall’oro.
Come nella cultura bizantina, anche qui l’oro diventa un simbolo e per l’artista evoca lo spazio sacro della presenza, non più il patto stipulato della relazione. E’ la normalità della quotidianità che diventa sacralità e anche qui l’estetica si arricchisce di dettagli e di minimalità, di rigore e di finto distacco.
L’artista vuole evocare, e lo fa anche con i doppi o tripli strati di velature ad olio di colore magenta. E’ da questa scelta cromatica che prende il nome la serie Violant, che sta a significare “Essi Violano”. La presenza militare turca al confine e i primi bombardamenti tra Turchia e Siria mettono nell’artista un’atmosfera di imminente disastro, sia personale che sociale, la stessa che si respira osservando questi spazi, dove le relazioni non esistono e non sono presenti, ma vengono evocate. Forse cercate.

 

TETTE

 

TETTE
In questa ricerca Federica Cogo unisce due correnti iniziali delle sue scelte stilistiche accademiche: da una parte il suo approccio scientifico all’immagine, che possiamo vedere nella serie Animal’s Anatomy, dove l’anatomia asciutta dell’animale viene sublimata dall’elemento pittorico, e dall’altra il suo interesse per il mondo femminile. E’ da questa serie che l’artista ci cimenta ad approfondire il rapporto tra uomo e uomo, e in particolare tra uomo e donna. Le illustrazioni scelte, prese da libri di ginecologia storici, rappresentano un tocco che oscilla tra il violento e l’aiuto. E’ in questo confine che l’artista continua a muoversi.

 

 

Dettaglio studio pittorico, acrilico su tela, 140×180 cm, 2004

CAPITOLO ROSA

Capitolo rosa ,

pennarelli e tempera su carta,

30×30 cm, 2018

CAPITOLO ROSA

Nella serie di disegni su carta, l’artista per la prima volta abbandona il controllo del tratto e dell’immagine stessa per sperimentare senza riferimenti fotografici e reali una dimensione interiore della relazione e dell’intimità. Servendosi sempre di colori pastello e di un’estetica minimal, Federica Cogo indaga i dettagli per analizzare il non visibile.

Bad Beds

Bad Beds,

disegno digitale, acrilico e resina,

20 x20 cm, 2017

BAD BEDS

La ricerca sul letto come dimensione intima condivisa inizia all’accademia, dove l’artista sperimenta la progettazione di piccoli letti realizzati in plastilina e compensato. Nel 2017 Federica Cogo traduce quelle immagini in disegni digitali, e utilizza il supporto caldo del legno con la freddezza della stampa digitale per creare un’opera in miniatura bidimensionale. Qui i toni dolci del rosa accompagnano una terza dimensione fatta di prigioni sottili o evidenti, da utopie o desideri che prendono forma nei design espressi. I toni dell’oro richiamo sempre, come in Gold Table una presenza divina costa

Meteor

12

Meteor  #1, #2,#3, #4

acrilico e disegno digitale, materiali vari

30 x30 cm, 2017

Meteor

Lasciando alle spalle la serie precedente che vedeva i tavoli con un’estetica “medioevale” e minimal, l’artista in questa serie si approccia in modo nuovo, opposto. Qui i soggetti assumono un’aspetto più contemporaneo, quasi da Ikea. Sono trattati con materiali lucidi (la resina)e assumono un aspetto più plastico e compatto. Attratta da Giotto e dal suo modo di rappresentare la stella cometa, l’artista decide di distruggere la sua ricerca in modo simbolico, facendo schiantare nel dipinto un elemento celeste. Qui la dimensione staccata del disegno digitale incontra l’elemento caldo e tridimensionale della pittura: una dimensione metafisica di presenza e distruzione.

Gold Tables

 

Gold tables

olio, gesso e smalto su tavola

40x30cm,  2016

GOLD TABLES

La serie nasce da una necessità dell’artista di rivolgersi ad un’estetica medioevale fatta di materiali puri e di forme minimali fredde. In questa ricerca l’artista lega la spiritualità, espressa dall’utilizzo dell’oro, con la sua ricerca precedente: i tavoli come spazio condiviso di sensi e significati. Qui l’oro diventa l’espressione metaforica della presenza divina nella dimensione terrena delle relazioni umane. La prospettiva accompagna questo spazio terreno diventando protagonista di una rappresentazione scientifica irremovibile: ogni tavolo viene rappresentato nei suoi tre punti di vista (centrale e accidentale), richiamando un trittico medioevale sacro dove la presenza divina comunica con il tavolo, mantenendo però sempre la sua forma stabile, il quadrato. Diverse dimensioni dunque si accostano l’un l’altra creando diverse letture estetiche e di linguaggio.

Tables #2

 

Project – Table #1, #2, #3, #4, #5, #6, #7

Stampa digitale su carta, Digital Print on paper

25 x 45 cm, 2016

PROJECT – TABLES

Le immagini accompagnano la serie Tables rappresentando in modo tanto scientifico quanto istintuale il processo creativo e progettuale della serie. Ogni dimensione del tavolo è accompagnata da disegni tecnici e da bozzetti preparatori; il collage di carte millimetrate fa da sfondo all’accompagnamento che le immagini vogliono fare allo spettatore verso lo spazio metaforico di ogni tavolo.

The images accompanying Tables series representing so much scientific as instinctual creative and design process of the series. Each size of the table is accompanied by technical drawings and preparatory sketches; the graph paper collage serves as background accompaniment that the images they want to make the viewer towards the metaphorical space of each table.

Tables

Table #1, #2, #3, #4, #5, #6, #7

stampa digitale su carta, digital print on paper 

30 x 30 cm, 2016

 

 

TABLE

La serie indaga le relazioni private e sociali dell’uomo, prendendo come metafora il tavolo. Esso diventa spazio condiviso per volontà o per dovere, spazio che vede ostacoli, restrizioni, forme di non senso e direzioni relazionali che indagano la parte più intima dell’uomo. Con misure e progettazioni tecniche, la serie diventa un progetto tangibile che sfuma tra arte e design.

The series explores the private and human social relations, taking as a metaphor for the table. It becomes shared space by will or duty, space that sees obstacles, restrictions, forms of non-sense and relational directions that explore the most intimate part of man. Sizes and technical designs, the series becomes a tangible project that blurs between art and design.

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